Il 2015 è iniziato positivamente per il vino italiano. Lo dicono
le aziende intervistate dall'Osservatorio wine2wine di Vinitaly tra maggio e
giugno. Molto bene il mercato a stelle e strisce, contrastanti i pareri per
Germania e Cina. Tra i canali di vendita, ancora preferiti gli importatori alla
GDO.
Verona, 30 giugno 2015 –
L’85% delle cantine italiane è soddisfatto dell’attuale andamento del
mercato, grazie soprattutto all’ottima performance delle esportazioni nei primi
4 mesi dell’anno. È quanto emerge dal quarto Osservatorio wine2wine di Vinitaly, i
cui risultati sono stati presentati oggi a Milano da Giovanni Mantovani, direttore generale
di Veronafiere, nel corso del suo intervento al “Forum Food e Made in Italy” del Sole
24 Ore.
«Capire come si muovono i
mercati esteri è fondamentale per programmare al meglio la prossima edizione di
Vinitaly – ha affermato Mantovani –. Quella in programma dal 10 al 13 aprile 2016
sarà la cinquantesima edizione del Salone del vino di Verona e stiamo lavorando
per confermare la sua leadership tra le fiere internazionali di settore».
Delle oltre 400 cantine intervistate tra maggio e giugno,
distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale (17,5% Nord-Ovest,
35,4% Nord-Est, 31,7% Centro, 15,4% Sud e Isole) e tutte già espositrici di
Vinitaly o partecipanti alla prima edizione di wine2wine nel dicembre 2015, il
58,3% ha dichiarato una crescita del fatturato imputabile al commercio estero
rispetto allo stesso periodo del 2014. Il 32% è stabile, mentre un calo viene
registrato dal 9,7% di chi ha risposto, a cui si contrappongono incrementi
superiori al 15% per il 21,4% delle cantine. Il trend è molto positivo
soprattutto per le imprese del Nord-Est e dell’Italia meridionale, per quelle
mediamente internazionalizzate (cioè presenti con i propri vini in 6-20 mercati)
e per quelle con percentuali di export già superiori al
30%.
Questo sentiment viene in parte confermato dai dati Istat del primo
trimestre 2015 (ultima rilevazione disponibile), che indicano un valore delle
esportazioni italiane di vino in aumento del 3,85% per un totale di quasi 1,189
miliardi di euro, anche se con una contrazione dei volumi di circa il
2%.
Grazie all’indebolimento dell’euro sul dollaro e all’andamento
generale dell’economia, gli Stati Uniti sono il mercato del momento: il 76,2%
delle cantine intervistate ha infatti dichiarato che quello americano è tra i
tre mercati (con Canada e Regno Unito) che in questo momento stanno crescendo
maggiormente. Questa opinione è condivisa sia dalle aziende che vendono i propri
vini in meno di 10 mercati, sia in quelle maggiormente
internazionalizzate.
Più variegata l’opinione delle cantine nei confronti del mercato
tedesco: 1 azienda su 3 (32,7% per la precisione) ha dichiarato un aumento delle
vendite in Germania, ma più di un terzo (34,7%) sono state quelle che, al
contrario, hanno registrato una contrazione. Tra le cantine che esportano i
propri vini in più di 20 Paesi, solo la Russia ha avuto un andamento della
domanda peggiore.
Anche la Cina mostra una situazione polarizzata, con aziende di
piccole dimensioni che stanno aumentando le vendite (21,8% del totale) e imprese
più strutturate che, nel 16% dei casi, indicano il Paese asiatico come un
mercato in calo.
«Un'occasione per verificare
direttamente la situazione in questi ultimi due mercati l'avremo già a partire
da settembre – ha spiegato il direttore generale di Veronafiere – quando, dal 18 al 20, saremo a Shanghai con
Vinitaly China al Wine & Dine Festival e dal 5 al 7 novembre a Hong Kong
all'International Wine & Spirit Fair, mentre il 16 novembre saremo a Mosca
per un nuova edizione di Vinitaly Russia».
Quanto ai canali di vendita, le cantine giudicano molto positivo
(63,6% degli intervistati) il proprio rapporto
con gli importatori, mentre divide il rapporto con la GDO estera (molto
positivo per il 47,3% ma allo stesso tempo particolarmente negativo per il
27,3%).
In entrambi i casi c’è una correlazione diretta con la dimensione
aziendale: le cantine con oltre 10 milioni di euro di fatturato e 1 milione di
bottiglie prodotte sono soddisfatte degli importatori nell’85% dei casi,
percentuale che scende fino al 41,2% per le cantine che producono fino a 150mila
bottiglie. Andamento simile, ma con differenze meno marcate, per le vendite alla
GDO estera.