E' certo: Graziano Carrara non avrà mai bisogno di una agenzia di comunicazione. Nessun consulente, per quanto esperto ed abile possa essere, potrà mai comunicare con lo stesso trascinante entusiasmo il suo lavoro tra le vigne. Lo incontriamo alla fine della giornata: sei cantine del Canton Ticino, atmosfera un pò da gita scolastica, giornalisti a gogo, un caldo bestia, Cristina Thompson infaticabile nell'organizzare, noi molto diligenti ci facciamo guidare. Non essendo competente in fatto di vino - ma vado forte come apprendista - mi affido all'istinto nel "pensare" a quello che ho nel bicchiere... mi piace - non mi piace. I produttori sono molto diversi tra loro, le loro cantine - in un certo senso - rispecchiano chi le ha fatte e per cosa. Si comincia dalla cantina storica della famiglia con l'ultimo erede che ce la racconta come se sfogliasse un album di foto ingiallite per passare a quella del produttore/rivenditore che ha davvero ben poca anima ma sicuramente un buon bilancio. E poi arriviamo al produttore che di vino ne capisce , eccome, e di affari ancor di più; dopo aver visitato la cantina ( elveticamente ordinatissima e pulitissima) ci svela il caveau delle barriques: una sorta di anfiteatro molto scenografico dove ti aspetteresti di veder sbucare un cantiniere che di nome fa Bond, James Bond. Una roba spettacolare, studiata per stupire, non solo per assaporare.
Pausa pranzo ( ben fatto e gustoso) tra i campi dell'ultima cantina della mattina e cominciamo ad accusare un pò il colpo...ma la tabella di marcia incalza e si parte per Lugano. Nel tragitto ci spiegano che vedremo una vigna eroica (cioè una di quelle dove a fare il vino si fa una fatica boia a causa della conformazione del terreno); arriviamo quasi in centro città e ci troviamo di fronte la mini cantina di design progettata da un architetto svizzero di fama mondiale, con nemmeno un cavatappi fuori posto e le vigne che, francamente, non mi paiono neanche tanto eroiche. Una location più che una cantina. Ultima tappa, la più lontana, la più abbracciata alla montagna. Graziano ci guida con la moto, il nostro autista fa miracoli nello sgusciare con il bus attraverso muretti e siepi. Un sorriso che la dice lunga sul sacrificio, sulla passione, sull'amore di Carrara per il suo lavoro: ci porta subito a vedere il panorama. Una veranda sul verde della pianura, le viti praticamente in verticale. Queste sì che ti costringono ad essere eroico nel curarle. Ci racconta di aver costruito da solo la cantina e la sua casa, masso dopo masso, un giorno dopo l'altro. La Barricaia è piccolissima, un atto d'amore scavato nella roccia. La gioia di aver fatto fatica si sente nel suo vino, diverso da tutti gli altri. Se nei precedenti vini avevamo sentito tutto il legno del mondo, qui la barrique cede il passo e accarezza, esalta e ammorbidisce. La capacità senza la passione è sterile e i soldi non sono tutto.
www.ticinowine.ch
www.cantinacarrara.ch
Elena Miano
25 maggio 2012
Nessun commento:
Posta un commento