Una meraviglia, anzi un’occasione unica per riavvicinarmi a
questo vino dell’infanzia, fatto di fiaschi che
a fatica stavano dritti, simbolo
indiscusso dell’Italia di allora.Il
gruppo è bello, Riccardo sembra averci scelto quasi con cura: il viaggio e il
lavoro si fanno più belli quando chi
condivide il percorso sorride. Il
tempo di un caffè a Santa Maria Novella e si parte subito per la prima
fattoria, un tragitto un po’ tortuoso
che ci porta a Casalbosco, due anime
dell’ accoglienza, immersa nelle colline del Chianti. I 150 ettari della
fattoria si stendono al sole e abbracciano la villa padronale diventata un borgo
di vacanze: novembre aggiunge fascino e colori a questi luoghi spettacolari che
vanno goduti fino in fondo. La visita
alle cantine e poi via, a scrutare nel sottosuolo di Pistoia per conoscere le viscere antiche di questa
bellissima città. Da I Salaioli ci fermiamo per la
degustazione dei vini della Fattoria e ci facciamo volentieri catturare dai vini
di Casalbosco e dai forti sapori dei
salumi.
Di
nuovo sul pulmino: direzione colli fiorentini e la Fattoria di San Michele A Torri.
Altre colline, altri colori:
olio, vino, cinte senesi e cinghialetti: la produzione a vero km zero abita qui.
Camminiamo tra gli ulivi e curiosiamo l’olio nuovo nei grandi orci, ascoltiamo la passione di chi guida questa
terra dedicandosi a produrre bene, non solo a fare profitto. La tavolata di
salumi e formaggi che ci attende a lato della bottega è una gioia per gli occhi:
verrebbe facile e banale dire che il tempo qui, per gli antichi muri, si è
fermato. E invece si sta al passo con i tempi: i numerosi e ottimi prodotti sono
venduti anche on line….però ci si perde la bellezza della visita e la
golosità degli assaggi.
Tappa
per la notte a La Gigliola, una
tenuta che è un piccolo borgo cinto da muri che dal lato della valle si apre in
un rincorrersi di colline mozzafiato. A pochi passi c’è l’antica Pieve di San
Pietro in Mercato la cui consacrazione risale al 1057 e poco più in là
Montespertoli con la sua strada del Chianti. Paolo ci fa visitare cantina di
produzione e di degustazione, pausa e poi tutti a cena. Ribollita, lasagne e
chianina, un camino spettacolare e un Canaiolo in purezza; e poi canti e balli
in un improvvisato finale giocondo.
Giorno
due: la colazione e poi si va verso la Fattoria
Sant’Appiano, dove Pierfrancesco ci
racconta di poca voglia di studiare e di
attaccamento per il luogo; di come,
a poco a poco, si sia innamorato della sua terra, di come il nonno aprisse la
vendemmia ( guardate la foto, bellissima) e di quanti tentativi e sforzi abbia
significato elevare la qualità della sua produzione. Una breve visita alla Pieve
romanica e poi andiamo a vedere la vinsantaia. Bella la cantina e bella la zona
di degustazione dove ci appassioniamo al Monteloro e al Syrah. Anche la
Fattoria Sant’Appiano, dove si può anche soggiornare, offre la possibilità di
acquistare via web.
Monteriggioni
ci accoglie con un cielo grigio ed una bottiglia che ci annuncia la prossima
tappa: Bindi Serigardi. Una famiglia
con secoli di storia alle spalle e tre diverse zone di produzione. Ci aprono le
porte della casa come si fa con gli amici: il pane abbrustolito vicino al
fuoco, le tagliatelle tirate a mano, la frittata e il loro bel Chianti.
Tradizioni radicate e un pizzico di autoironia, una bella storia. Tocca
ripartire: ultima tappa a Pietraserena,
azienda che divide le produzioni tra la Liguria e queste meravigliose colline
dove San Giminiano è a un passo. Olio, vino e la possibilità di fermarsi anche
solo per una degustazione mirata.
Si
riparte per Firenze, di nuovo giusto il tempo di un caffè, il treno ci riporta a Milano.
Viaggio
finito ma i nostri cinque sensi pieni di
Chianti ce li portiamo via con noi.
Nessun commento:
Posta un commento