Primo pomeriggio, il cielo si fa via via più velato ma il Tornado del Colonnello Francesco Vestito atterra prepotente a salutare il nostro arrivo alla base del 6° Stormo, fiore all’occhiello della nostra Aeronautica Militare.
I Diavoli Rossi del 6° Stormo di Ghedi (BS) ci hanno permesso di visitare la loro base e noi , Ospiti A Tavola con Elena Miano, non potevamo mancare questo appuntamento , per nulla al mondo. L’occasione è stata creata da una banda di amici semplicemente fantastici : Alfio Tornello, Paolo Moschini e il colonnello Sammaciccia. Prima di raccontare com’è un Tornado visto a tu per tu due parole sui Diavoli Rossi.
Il 154° Gruppo (solo in seguito 6° Stormo) viene costituito a Campoformido il 15 gennaio del 1936, da subito impiegato in operazioni nel Mediterraneo è sciolto nel corso della II° guerra mondiale per essere nuovamente ricostituito a Treviso il 1° gennaio 1951; in quello stesso anno la base è trasferita a Ghedi e il gruppo viene equipaggiato con i jet DH 100 “Vampire”, gli F-84G, gli F-104G. Nel 1982 lo stormo riceve il primo Tornado. La storia attuale di questo fantastico gruppo di uomini è fatta di una continua ed intensa attività addestrativa rivolta al mantenimento della prontezza al combattimento.
L'addestramento degli equipaggi, piloti e navigatori, si sviluppa attraverso tre fasi: familiarizzazione, conseguimento e mantenimento della «combat readiness». Tutto questo per affrontare nel modo ottimale le difficili missioni in Afghanistan e in Iraq, tanto per citarne un paio.
Se volete approfondire la materia questi i riferimenti: www.aeronautica.difesa.it
Torniamo al nostro pomeriggio: il Maggiore Nardiello ci accoglie per un primo briefing. La base è un piccolo paese di circa 1.500 persone, dove tutto funziona a cronometro. Arrivando abbiamo visto gli shelter che ospitano i velivoli, disassati tra loro per garantire una maggiore protezione da eventuali attacchi. Il maggiore ci spiega qualcosa sugli armamenti e molto sul duro e continuo addestramento che a tutti viene impartito. Poi andiamo a vederli, i Tornado. Un incontro ravvicinato: non sono grandissimi ma incutono un certo timore. Ci viene spiegato che sono macchine fantastiche e longeve, sottoposte a manutenzione severissima ed ormai equipaggiati con il meglio della tecnologia a disposizione. L’abitacolo è piccolo e scomodo, fatto per pilota e navigatore: un miracolo di organizzazione degli spazi.
L’accoglienza che i nostri militari ci riservano è perfetta: sono gentilissimi ed estremamente disponibili, ci invitano a tornare ancora. E’ un mondo che noi, abituati a vedere tutto questo attraverso il filtro di uno schermo, conosciamo poco o affatto. Ed è un peccato, perché gli uomini che ci hanno accolto nella loro “casa” e che abbiamo incontrato sono anzitutto persone fantastiche, vere, di quelle che quando ci parli ti trasmettono qualcosa. La loro passione, la loro dedizione sono seconde, forse, solo all’entusiasmo con il quale affrontano missioni ben più rischiose del nostro andare in ufficio tutte le mattine; e non lo fanno per sé stessi.
Incontriamo il Comandante della base Colonnello Francesco Vestito: sorridente e con gli occhi vivacissimi ci chiede se l’abbiamo visto atterrare con il suo Tornado, tornava da Gioia del Colle dopo un paio d’ore di volo, molto tranquille.
E mentre stiamo andando a cena al Circolo Ufficiali ci racconta qualcosa delle missioni all’estero e di cosa vuol dire lasciare tutto “in ordine” prima di partire, perché se qualcosa va storto la famiglia possa andare comunque avanti. Pensiamoci la prossima volta che vediamo questi ragazzi al telegiornale.
La cena ci attende nella sala da pranzo del Circolo Ufficiali: bresaola con una crema di formaggio fresco, risotto al taleggio e zucca, brasato al barolo con patate e una crostata alla crema. Tutto buono, preparato e servito con cura. Questo il menù e per una volta, credeteci, non è stato davvero l’aspetto più importante.
30 ottobre 2009