PRODOTTI E PRODUTTORI

I VINI DELLA BASILICATA A MILANO

Una bella presentazione quella dedicata ai vini della Basilicata, organizzata per la stampa e gli operatori di settore dall'Enoteca Regionale Lucana.

L'evento, coordinato da DiVino Italy, porterà alla ribalta nella cornice di Duomo 21 più di 30 etichette espressioni  delle diversità e delle peculiarità  della terra di Basilicata. I prodotti provenienti dai vigneti e dalle colture del luogo, colmano le piccole botteghe di sapori e circondano gli affascinati siti storici nei dintorni della Venusia Romana, in sintonia con la vivacità della città di Matera, proclamata Capitale Europea della cultura per l’anno 2019 e contribuiscono rendere la Regione Basilicata una florida realtà di gusti olfattivi, visivi e gustativi da scoprire e riscoprire, meta sempre più popolare per turisti e appassionati, interessati a conoscere e a fruire della bellezza, della cultura e dei piaceri offerti dai luoghi del vino di cui il territorio lucano si pregia. È in questo scenario che opera l’Enoteca Regionale Lucana con sede a Venosa, nella prestigiosa location del Castello Pirro del Balzoistituita con Legge Regionale n. 13 del 1 luglio 2008 come associazione di 40 viticoltori uniti nell’intento di divulgare la cultura dei prodotti eno-gastronomici ed agro-alimentari lucani in Italia e nel Mondo, contribuendo alla valorizzazione del territorio nello scenario turistico internazionale. La Regione Basilicata ne riconosce le attività, senza scopi commerciali e di lucro, finalizzati alla promozione e valorizzazione della vitivinicoltura e dell’ agricoltura di tutto il territorio lucano.

In occasione dell’ evento I vini di Basilicata a Milano, che si terrà venerdi 1 Aprile all’enoteca Duomo 21 dalle ore 18.30 avrà luogo la conferenza stampa di presentazione del progetto di valorizzazione e promozione dei vini di Basilicata, promosso dall’ Enoteca Regionale Lucana, a cura del Presidente Paolo Montrone. Sarà illustrata la partecipazione collettiva degli associati all’ imminente appuntamento del Vinitaly 2016.

Info per la stampa:
DiVino Italy
Tel. 02 83418985 - 
info@divinoitaly.com 


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>


DI...VINO NAVIGARE: 10 porti di attracco, 10 degustazioni per la stampa, 2 degustazioni per i croceristi

Anche nel 2016 il nostro impegno  nel comunicare il vino e il lavoro dei tanti produttori che abbiamo seguito in questi anni ci porterà ad organizzare numerose iniziative, volte a far conoscere i prodotti frutto della vostra grande dedizione, in vigna come in cantina.

È sicuramente interessante avvicinare il pubblico attraverso incontri e momenti di confronto ma è altrettanto importante coinvolgere coloro che di vino scrivono in maniera competente, trasmettendo attraverso giornali o tivù la conoscenza delle aziende e influenzando le scelte del consumatore finale.

Per questa ragione abbiamo ideato e programmato un nuovo modo di coinvolgere i giornalisti: una crociera che avrà come filo conduttore il vino.
 
Di cosa si tratta? Con la collaborazione di una delle più importanti società di armatori, la Costa Crociere, e di una delle loro più attive reti di agenzie di vendita, abbiamo individuato una crociera che, attraverso il Mediterraneo, toccherà sette porti italiani, oltre a tre altre destinazioni: Malta, Corsica e Francia.

Ad ogni tappa italiana, Savona-Portoferraio-Capri-Salerno-Catania-Trapani-Olbia/Costa Smeralda-Savona inviteremo a bordo una dozzina di giornalisti locali e sarà organizzata una conferenza stampa a bordo con degustazione dei vini delle aziende partecipanti. Seguirà un pranzo offerto da Costa Crociere durante il quale potremo abbinare i diversi vini. Ciò significa che i giornalisti invitati, una dozzina per ogni tappa e tutti di settore, avranno l’occasione di conoscere  i vini delle aziende attraverso la presentazione che prepareremo,  in seguito li potranno apprezzare anche durante il pranzo che la società armatrice offrirà loro. 

Per ciò che concerne invece le tappe straniere, La Valletta-Propriano-Tolone, punteremo sulla ristorazione e i professionisti del settore. Anche durante la tappa a Capri, dove sosteremo due giorni, entreremo in contatto diretto con i ristoratori.

Ovviamente, ad ogni porto saranno presenti testate diverse, proprio per dare alle aziende partecipanti la maggiore visibilità possibile.

Non abbiamo dimenticato nemmeno i croceristi: un ristretto numero dei partecipanti alla crociera, quelli che si iscriveranno attraverso il circuito delle agenzie nostre partner, avranno la possibilità di avvantaggiarsi delle degustazioni a loro dedicate durante la navigazione. La clientela è di fascia medio alta, così come la crociera scelta, e quindi di sicuro interesse per passione e capacità di spesa. Pertanto anche loro fanno parte di un possibile mercato di sbocco.

Il costo di partecipazione per ogni cantina varia a seconda del numero dei vini da presentare: € 400+IVA per una etichetta; € 500+IVA per due etichette, € 600+IVA per tre. Nel caso l’iscrizione venga effettuata mediante pagamento della somma indicata entro il 15 marzo 2016, sarà applicato uno sconto pari al 15%.  Per ogni tipologia di vino sono necessarie 12 bottiglie, al fine di poterle adeguatamente illustrare. La presenza del produttore non è richiesta.

Ricapitolando caratteristiche e numeri: 10 porti di fermata, 7 conferenze stampa con degustazione per 12 giornalisti circa ciascuna, 3 incontri con professionisti della ristorazione e/o di settore, 30 potenziali clienti che avranno degustazioni dedicate, numerose testate coinvolte.

Le caratteristiche della crociera, le tappe, le cantine iscritte sono state presentate al pubblico e alla stampa il giorno 23 gennaio presso la Cantina di uno dei produttori partecipanti.

Sarà un piacere fornirvi ogni dettaglio sulla Crociera DiVino Navigare 2016, contattandoci a questi indirizzi mail: elena@ospitiatavola.com


*********************************************************************************


Il lato bello della Franciacorta è che non si finisce mai di assaggiare, confrontare ed apprezzare. Ad ogni cantina la terra dona caratteristiche uniche che la vite  riversa nei suoi grappoli, conferendo al vino che ne deriva una traccia  del tutto particolare e distintiva. Concentriamoci su un vigneto ben distinto: la Santissima di Gussago, in provincia di Brescia. Il colle detto la Santissima si chiama in realtà,  geograficamente parlando, Colle Barbisone o dei Barbisoni. Il nomignolo attribuito dagli abitanti deriva, da sempre, dalla presenza di un ex convento o insediamento domenicano risalente al XV° secolo. La Santissima ci interessa però per la grande varietà di essenze arboree e floreali che qui crescono spontaneamente, favorite da una esposizione al sole così come da una ricchezza di terreno. Proprio la ricchezza naturale di questa zona ha suggerito a Le Marchesine la produzione, assai limitata, del Secolo Novo. Abbiamo avuto la fortuna di fare una piccola verticale, anche se informale,  di questo vino: una trilogia che ha avuto sicuramente il suo perché. Cominciamo con un 2008, 100% Chardonnay Brut Millesimato, quattro anni sui lieviti e sempre il vigneto la Santissima  a far da protagonista. Subito avvolgente ma è la vivace acidità che sorprende, un vino elegante.
A seguire un 2007 Brut Nature Millesimato: sempre uno Chardonnay in purezza, mosti scelti con cura e un corpo più caratterizzato del precedente, grande equilibrio tra le componenti. La resa per ettaro qui è di 40qt, quindi grande selezione delle uve per creare un palato armonico.
L'ultimo che degustiamo è la Riserva 2008: 60 mesi sui lieviti, grande selezione per un vino dal risultato avvolgente e consistente, il bicchiere che ti fa desiderare il secondo e poi il terzo, e via così. Solo se non siete alla guida, mi raccomando.
Ultime ma non ultime note: abbiamo degustato i vini con le delizie in miniatura create dallo Chef dell'Armani Ristorante. Il Bamboo Bar non ha bisogno di presentazioni: dalle sue vetrate si domina Milano, il servizio è impeccabile come si conviene ad un locale di questo livello. Unica obiezione: le essenze diffuse nell'aria possono sovrastare i profumi di vini e cibi. 

Elena Miano
11 novembre 2015
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




LONGANESI, FAMOSA, RAMBEL, NERETTO  E VIA DI ROMAGNA


Ci sono vini che nascono in maniera costruita, altri in assoluta casualità. Poi ci sono vitigni che sfrontati che si fanno avanti da soli, in attesa che qualcuno li capisca.
La storia del Burson potrebbe essere riassunta così, poche parole che in realtà nascondono una tenacia tutta romagnola. Un cacciatore, Antonio Longanesi,  lunghi appostamenti e lo sguardo cade su una vite abbarbicata ad una quercia, per farsi notare? Chi lo sa. Il Longanesi considera che un'uva così caparbia da essere ancora gustosa in autunno inoltrato merita una certa attenzione: prova a farne un vino ma  prima di tutto ne controlla il grado alcolico. I 14, 5 sono una bella sorpresa, l'avventura prende forma: poche bottiglie, le prime addirittura vendute nel corso di una fiera di paese. La gente ci prende gusto, un giovane enologo Sergio Ragazzini ci vede più lungo e piano piano il vino cresce e si affina la personalità. Nascerà un consorzio,  il nome definitivo del vino dopo un primo passaggio con la veste di neretto sarà Burson il soprannome della stessa famiglia Longanesi.

Per dire quanto questo vino sia legato alla terra dove nasce, un fazzoletto nel comune di Bagnacavallo, è sufficiente ricordare che l'enologo è rimasto lo stesso. Persona disponibile e piacevole commensale ci ha raccontato, con una passione semplice che non sentivo da un po', le fatiche e le battaglie per recuperare il "loro" vitigno e farlo diventare adulto in un mondo dove  pochi pensavano potesse esserci un potente rosso di pianura. Durante la serata di degustazione qualcuno al tavolo gli ha chiesto a che altezza fossero i vigneti: più o meno 15 metri s.l.m.. Un niente. Sergio e gli altri produttori del consorzio ci raccontano che solo il 10% dell'uva diventa Burson, 18 produttori per circa 100.000 bottiglie. Un vino che nasce sgarbato, viene ammorbidito in botti grandi per riposare altri due anni in bottiglia prima di essere venduto e che regge bene anche qualche anno in più: siamo arrivati fino al 2003. Ma si sa, il romagnolo non si ferma, e quindi si recuperano  famosa e rambel, passiti e bianchi spumanti, a completare la degustazione e non solo.

Dicono che i romagnoli sono caparbi e fanno le cose a modo loro, con la loro passione; certo, e dove si poteva trovare un vitigno  che ti dice lui quando  devi vendemmiare le sue uve, se non qui?


Il Burson, quando il grappolo è quasi giunto a maturazione, conserva un acino verde; quando anch'esso si uniforma per colore è tempo di vendemmia.

Solo in Romagna, appunto.












per conoscere il consorzio:

per il turismo in zona:

Elena Miano
11 giugno 2014

---------------------------------------------------------------------------------ROSATI. SALENTO. RADICI.


"Il  Rosato non è rosa": si parte da qui. La prima edizione di Roséxpo (http://www.rosexpo.it) ha sintetizzato così il proprio obiettivo: una settantina di rosati provenienti dall'Italia e dall'estero si sono dati appuntamento nelle sale del MUST di Lecce ( il Museo Storico nel cuore della città, splendidamente recuperato ad un utilizzo duttile ed intelligente).

Fortemente voluta e realizzata dalla Associazione deGustoSalento, la manifestazione  ha catturato non solo la  magnificenza della città di Lecce e del suo territorio ma  ha racchiuso nei banchi di degustazione sapori, colori, fatiche, impegno e grandi traguardi che oggi ci permettono di apprezzare la qualità piena dei vini rosati.

Chi continua a definirli vini da donne (  perchè hanno tutte le sfumature del rosa, dalla cipolla alla buganvilla? Mah…) o vini sempliciotti che, al massimo, possono esser sorseggiati come aperitivo, non ha colto la complessa varietà dei profumi, la pienezza di sentori e la varietà di abbinamenti che possono soddisfare il palato.


L'Associazione deGustoSalento 
(www.de-gusto.it) nata per promuovere il territorio attraverso il vitigno Negroamaro ha raccolto dodici cantine  intorno ad una dinamica squadra di professionisti di turismo, comunicazione, marketing, giornalismo, cucina, fotografia e scrittura che produttori non sono; sicuramente una strategia vincente che permette a tutti di fornire il massimo di competenze ed impegno.

Roséxpo è stata una manifestazione magnifica ed interessante, una grande opportunità per conoscere e confrontare, per capire  vini rosati piacevoli e freschi che ci accompagnano verso una cena o esaltano con un grande corpo portate più impegnative. Insomma molta strada è stata fatta da quando era solo Lacrima. E non bisogna limitarsi a valutarli dal solo colore, il rosato da Negroamaro è molto di piùè caldo e vento salato, è la drammaticità dei tronchi di ulivi, è l'ombra dei grandi pini marittimi, è il colore della pietra, e  il profumo di sole che trovi solo qui.

Abbiamo bevuto e gustato questi vini così complessi e diversi tra loro con la pizza, il pesce, le verdure, le carni e i formaggi, anche con i dolci. Abbiamo goduto di una cucina senza pari e visto cose bellissime. Questa magnifica terra ci ha accolto, nutrito e abbracciato come pochi luoghi (e persone) sanno fare.



Se volete imparare a conoscere i vini rosati, partite dal Salento. E' contagioso.


Per conoscere la manifestazione www.rosexpo.it
Per conoscere l'associazione e le cantine aderenti www.de-gusto.it
Per conoscere il MUST www.mustlecce.it
Per il turismo www.pugliaturismo.com/apt-lecce/

Elena Miano
9 giugno 2014


#################################################################################



DIRE, FARE, OZIARE, MANGIARE

Dobbiamo ammetterlo: siamo di parte. Il Devero (www.deverohotel.it) ci è sempre piaciuto; ora ancora di più. Quattro stelle di un altro pianeta, così recita la home page del sito dell' Hotel. Basta entrare e immediatamente ciò che colpisce è la serena professionalità di tutti coloro che, giorno dopo giorno, lavorano per far funzionare questa macchina complessa. E da pochissimi giorni a tutti i servizi che vengono offerti  si è aggiunta una SPA. Vabbè, tanto che ci vuole, dirà qualcuno... Ci vuole, e molto. Servono la risolutezza della proprietà nel voler offrire non solo il meglio ma, soprattutto, ciò che il cliente Devero cerca e trova nelle altre proposte; serve la collaudata professionalità di un team - quello di Spa Emotions  - (www.spaemotions.com )che ha fatto fare ai centri benessere un salto di qualità formandfornendo una squadra  specializzata composta anche da medici, serve una dirigenza che sappia coniugare al meglio il mondo del business con quello del sè. Mica poco. Qui non troverete mosaici scenografici e un pò kitsch a fare da sfondo all'area umida, non troverete nemmeno tinozze di legno per l'idromassaggio all'aperto, non troverete neanche le caverne di neve ma...una piccola SPA privata dove rimanere anche sei ore a  farvi coccolare insieme a chi volete, la possibilità di avere (davvero) un check up che assicuri i percorsi più idonei per voi, una équipe medica che possa seguirvi e consigliarvi e tutti i trattamenti che riuscite ad immaginare, con  prodotti garantiti da anni di ricerche scientifiche.


E se, ancora, non vi siete tirati su di morale,  per l'amordiddio andate a mangiare in uno dei ristoranti del Devero (http://www.deverohotel.it/ristorazione/devero-ristorante/) e tuffatevi senza ritegno alcuno nella cucina vera di Enrico Bartolini chef stellato e non divo. Mica poco.

Elena Miano
13 febbraio 2012
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Per una volta non parlerò di cibo; non me ne vogliate e, se incuriositi, continuate a leggere.
Andare al Macef (www.macef.it) è diventato, purtroppo, sempre più un dovere. Già il fatto che ci fosse così tanta possibilità di parcheggiare mi aveva colpito; ricordo in anni passati fiumi di auto convogliate dagli addetti verso parking sempre più lontani. Se la premessa era quella non poteva andare benissimo.
Registrazione, catalogo e via: sono pronta per scandagliare la fiera alla ricerca di un prodotto che mi colpisca. Oggetti, novità, shabby, country, classico italiano o semplicemente interessante. Basterebbe che ci fosse un qualche cosa, neanche tanto nuovissimo e/o ipercreativo: se non fosse già visto e stra-copiato sarebbe già un bel risultato. Dopo sei ore passate su e giù per i padiglioni il riassunto è il seguente: tanti si sono messi a fare tavola, molti si sono convertiti alla plastica, troppi hanno un'aria di palese disarmo e ci sono fior di aziende assenti, voglio sperare solo per strategia di marketing.
Lievemente depressa decido di concedermi del tempo nei padiglioni dei bijoux. A parte l'infinità di indiani che propongono di tutto e di più ci sono anche produttori italiani; alcuni, passatemi il termine, "se la tirano" un pò troppo, altri hanno il pregio di lasciar parlare il loro prodotto.
Premetto, sono una bijouxdipendente; se non indosso almeno qualche collana ( vistosa e originale è meglio) vengo assalita da indicibili crisi di astinenza.... 
Trovo dei bracciali e delle collane d-e-l-i-z-i-o-s-e da Bruna Villa (www.brunavilla.it). Mi fermo perchè le catene con quei ciondoli così particolari sono davvero notevoli, dissacranti e divertenti q.b. Loro sono gentilissimi e disponibili: parliamo delle creazioni esposte ma anche di cucina, di ristoranti e cibo. Due scatti con il cellulare, per un promemoria di originalità creativa. Ma sul loro sito c'è molto di più.
Adesso sono più sollevata, forse non tutto è perduto....
Ecco, in questo Macef un pò deludente e bisognoso di rinnovamento il vanto dell'estro italiano può ripartire da qui.

Elena Miano
1 febbraio 2012

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

FACCIAMOCI DEL MIELE.......A MILANO

Cinque vasetti, cinque gusti, cinque sensi. L'altra sera, complice un raid dal formaggiaio, abbiamo cercato ed incrociato gli abbinamenti ( anche estremi, forse) con le cinque tipologie di miele di Regina d'Italia. Abbiamo forse già detto qualcosa su questo prodotto della terra di Sardegna: è un miele biologico, interamente lavorato in purezza, senza l'aggiunta di altri aromi. E  quella sera, quindi, asfodelo, cardo, corbezzolo, eucalipto e millefiori hanno provato e riprovato l'accordo ideale con una serie di formaggi diversi tra loro per provenienza e caratteristiche. Siamo convinti che in questi casi sia il gusto soggettivo a prevalere, a chi non piace un formaggio impegnativo come il gorgonzola non possiamo certo suggerire di tuffarlo nel miele di asfodelo (fatto); se non si amano i latticini cremosi e morbidi non si saprà mai come intriga lo stracchino con il miele di corbezzolo o la ricotta fresca con quello di eucalipto. Ci sono formaggi e mieli per ogni palato, e non solo.
Comprate una piccola pagnotta  che sia ancora calda, prendetene un boccone e adagiatevi il miele che volete assaporare. Il calore del pane farà sprigionare i mille aromi del miele di macchia mediterranea, anche il ruvido cardo si scioglierà nell'abbraccio di un biscottino. In fondo non servono chissà quali cibi per permettere al miele di stupirci, è un alimento generoso, gli basta poco.
Se volete sperimentare questo viaggio nelle sfumature del miele, Regina d'Italia Miele Biologico sarà alla food hall de La Rinascente di Milano domenica 27 novembre per aiutarvi a scegliere il vostro preferito.

Elena Miano
26 novembre 2011

Nessun commento:

Posta un commento